Ma cosa succede quando si parla di malattie psichiche e sociali? Ecco, qui si apre un capitolo ben più oscuro. Questi disturbi sono diventati una vera e propria epidemia, un’epidemia silenziosa che cresce inesorabilmente. Ansia, depressione, stress, emarginazione sociale… I numeri delle vittime di queste malattie psichiche e sociali sono allarmanti, e tra le persone più colpite ci sono anche i giovani, che si trovano ad affrontare solitudine, alienazione e una crescente difficoltà di relazionarsi in una società sempre più frenetica e individualista.

Tra le forme di malessere più trascurate, ma non per questo meno devastanti, c’è quella che potremmo definire la “malattia nella malattia”: la solitudine. Un malato, prima ancora di curare il proprio corpo, spesso chiede di guarire la propria solitudine. Chiede di essere curato non solo con farmaci, ma anche con il farmaco dell’affetto, della vicinanza e dell’amore. Non si tratta di riflessioni edulcorate o romantiche, ma di una verità che è stata riconosciuta anche dalla scienza: dove c’è solitudine, cresce il rischio di sviluppare disturbi psichici, e in molti casi, questi disturbi si ripercuotono sulla salute fisica. Il corpo malato è, spesso, un corpo che ha sofferto nell’anima.

A fronte di questo scenario, ci si chiede: la Giornata del Malato potrebbe diventare, in effetti, una giornata della lotta alla solitudine ogni giorno?

fonte: Luciano Simone